L’importazione di prodotti non conformi alle regole della UE in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza dei consumatori fa perdere competitività alle aziende manifatturiere europee che per rispettarle incorrono in maggiori costi per la produzione e le pratiche amministrative e burocratiche.
2,4 miliardi di euro è il fatturato alla produzione del settore dell’illuminazione in Italia nel 2023, per l’80% generato dalle esportazioni, con un saldo commerciale di 864 milioni di euro (+38% rispetto al 2022). Sono i dati del Centro Studi Federlegno Arredo che aggrega associazioni e aziende dell’arredo, del design e dell'illuminazione.
I prodotti italiani ed europei sono sottoposti a vincoli cogenti per quanto riguarda sostenibilità e sicurezza dei prodotti e a controlli doganali rigidi da parte dei paesi extraeuropei, soprattutto Cina. D’altro canto, questi paesi sono notoriamente ostili alle importazioni dei prodotti europei (forti dell’applicazione di veri e propri dazi) mentre, soprattutto on line, trovano canali fertili di vendita dei loro prodotti.
L’associazione di categoria LightingEurope, che ha sede a Bruxelles, riunisce e rappresenta 33 fra aziende e associazioni nazionali. Insieme, oltre 1.000 sono le aziende europee rappresentate attive nella produzione di apparecchi di illuminazione, lampade e relativi componenti, con una forza lavoro di oltre 80.000 persone in tutta Europa. LightingEurope è impegnata a promuovere l'illuminazione efficiente a vantaggio del comfort visivo, della sicurezza, del risparmio energetico e dell'ambiente. Sostiene e propone il quadro normativo a favore della concorrenza leale e della crescita dell'industria europea dell'illuminazione. In una recente indagine ha stimato che il 71% dei prodotti di illuminazione venduti online in Europa non è conforme e che il 95% dei prodotti verificati non ha le certificazioni WEEE e CE e non rispetta i requisiti di informazione previsti dalle norme Ecodesign, etichettatura energetica e sicurezza elettrica.
Da qui la richiesta alla UE, in una lettera congiunta di 59 associazioni di categoria e organizzazioni di tutela dei consumatori, di intervenire contro le lacune normative che consentono la vendita online di prodotti di illuminazione non conformi alle regole e perché siano messi in atto rigorosi controlli. I provvedimenti europei in materia di sostenibilità e sicurezza dei prodotti, se non rispettati da tutti, finiscono per minare la competitività delle aziende europee a favore di pratiche scorrette e di contraffazione.
Le certificazioni WEEE e CE per i prodotti di illuminazione
WEEE, Waste electrical and electronic equipment (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), fissa criteri specifici in materia di raccolta, movimentazione e riciclo dei rifiuti di natura elettrica ed elettronica. Le apparecchiature elettriche o elettroniche (EEE) devono riportare, tra gli altri, il simbolo, visibile, leggibile e permanentemente impresso su ogni prodotto, del bidone con le ruote barrato con la croce.
Il marchio CE per i prodotti di illuminazione è obbligatorio perché questi possono esporre il consumatore a rischi anche molto gravi durante l’utilizzo.
Le norme Ecodesign e l’etichettatura energetica
La
Direttiva Europea Ecodesign riguarda la progettazione ecocompatibile, uno strumento fondamentale per migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti stabilendo standard minimi obbligatori per la loro efficienza energetica. Uno degli obiettivi fondamentali della Direttiva è promuovere il risparmio energetico. Insieme all’etichettatura energetica, grazie alle norme Ecodesign, si stima un risparmio di circa 230 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) entro il 2030. Per i consumatori, il vantaggio è sulle bollette energetiche domestiche che scenderanno mediamente di 285 euro l’anno.