Osservatorio
06 agosto 2024

Dopo i 60 anni, la qualità della vita sociale e personale è fondamentale per l’aspettativa di vita.

Invecchiare in modo sano inizia con azioni individuali ma la popolazione più adulta va anche supportata da condizioni ambientali e sociali. La tecnologia ci viene in supporto. Cambiano le esigenze, le persone vogliono rimanere attive non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello intellettivo, sociale, lavorativo.

L’ultimo Rapporto 2024 sulla situazione del Paese di ISTAT ci dice che la diffusione crescente di stili di vita sani ha aumentato l’aspettativa e gli anni di vita in salute, influenzando positivamente la qualità della vita anche nelle età più avanzate e dimostrando che è possibile rimanere socialmente attivi anche dopo il percorso lavorativo.
I dati sull’invecchiamento della popolazione italiana sono noti. Dal 2004 ad oggi l’età media della popolazione italiana è aumentata da 42,3 anni a 46,6 anni. L’indice di vecchiaia[1] è pari al 199,8%, con un aumento di oltre 64 punti percentuali negli ultimi due decenni. Gli adulti e i giovani, nell’età compresa tra 16 e 64 anni, sono diminuiti di poco meno di 2 milioni di individui: al 1° gennaio 2024 si contano 36 milioni 866 mila residenti con un’età compresa tra 16 e 64 anni (il 62,5% del totale della popolazione), il 2,5% in meno rispetto al 2004, mentre i bambini e i ragazzi fino a 15 anni sono oggi 7 milioni 766 mila (il 13,2% del totale della popolazione), con una perdita di quasi un milione di individui rispetto al 2004. La popolazione di 65 anni e oltre è invece cresciuta di oltre 3 milioni, fino a 14 milioni 358 mila individui (il 24,3%, in aumento di 5,1 punti percentuali rispetto al 2004). Di questi, oltre la metà sono oggi di 75 anni e oltre: 7 milioni 439 mila individui (il 12,6% della popolazione totale), con un aumento di 3,8 punti percentuali in venti anni.
 
Aspettativa di vita contro aspettativa di vita sana
 
Lo studio “Age is just a number: how older adults view healthy aging” del McKinsey Health Institute pubblicato a maggio 2023 ha riguardato 21.000 persone dai 55 anni in su in 21 paesi in tutto il mondo. Lo studio ha preso in considerazione 53 fattori che interessano maggiormente le persone adulte e che più incidono sulla loro salute. Avere uno scopo nella vita, avere un livello equilibrato di stress, fare movimento, partecipare alla vita culturale e continuare a formarsi, avere opportunità di imparare nuove competenze, fare volontariato sono i fattori ritenuti più importanti.
 
La fascia di popolazione più anziana si sente meno attiva ed esclusa dalle attività lavorative e partecipative. Ma la salute generale migliora quando gli intervistati sono impegnati in attività lavorative, di volontariato, educative e comunitarie rispetto a coloro che non lo fanno. In termini percentuali, la percezione della salute generale è dell’8% più alta tra coloro che fanno già volontariato o che vogliono farlo rispetto a coloro che non fanno o non vogliono fare volontariato.
Il 70% degli intervistati di età compresa tra 55 e 64 anni usa uno smartphone; il 49% usa un laptop o tablet; il 27% uno smart home device; il 25% online tools; il 24% un orologio per il fitness. Per chi ha più di 80 anni la percentuale di chi usa lo smartphone diminuisce al 42%. E mentre per la fascia 55-64 anni è il costo ad essere la principale barriera all’utilizzo di un device, per chi ha più di 80 anni è il gap di conoscenza tecnologica.
 
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Troppo spesso, gli individui accettano il declino della salute, legato all’età che sale, come inevitabile. Ma è necessario ampliare il significato di essere in buona salute differenziandolo per chi ha 60, 70, 80, 90 anni e oltre, partendo dalla volontà di essere ancora utili agli altri, superando la barriera psicologica per cui sembra che, ad una certa età, non si è più capaci di badare a sé stessi.
Far sentire sicura e indipendente la fascia più anziana della popolazione passa anche attraverso tecnologie e servizi che non devono per forza essere complicati e costosi.
 
[1] Indice di vecchiaia: rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100.