A gennaio 2024, secondo l'agenzia We Are Social, il 23,8% degli Italiani tra i 16 e i 64 anni possiede almeno un apparecchio per la smart home (+16,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Da diversi anni si assiste ad un sempre maggiore ricorso all’Internet of Things (IoT), lo “sviluppo tecnologico in base al quale, attraverso la rete Internet, ogni oggetto acquista una sua identità nel mondo digitale… l'IoT si basa sull’idea di oggetti ‘intelligenti’ tra loro interconnessi in modo da scambiare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate”. Quella riportata tra virgolette è la definizione del creatore dell'espressione IoT, l'ingegnere inglese Kevin Ahston, cofondatore dell'Auto-ID Center del Massachussetts Institute of Technology.
Ma la tecnologia non attira l’attenzione solo dei cosiddetti geek, di coloro cioè che di essa non possono proprio fare a meno (soprattutto delle novità). La tecnologia inizia ad attirare anche nuove tipologie di consumatori: più giovani, più consapevoli, più attenti all’ottimizzazione e al risparmio, alla ricerca di comodità e sicurezza.
La IoT interessa diversi settori: le automobili (Smart Car), il mondo delle utility (Smart Metering e Smart Asset Management), delle costruzioni (Smart Building), delle infrastrutture e dello sviluppo dei contesti urbani (Smart City), delle aziende (Smart Factory), della logistica (Smart Logistics), dell’agricoltura (Smart Agricolture).
Parte importante del mercato interessa la Smart Home. Le soluzioni dell'IoT per la casa sono ormai note alla maggior parte di noi. La domotica ne è un esempio. Con essa si possono gestire anche da remoto impianti e oggetti connessi dell’abitazione. Lo scopo è di ridurre i consumi energetici e migliorare il comfort, la sicurezza della casa e delle persone al suo interno. E anche degli amici animali domestici.
Gli
Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano sono punto di riferimento sull’Innovazione Digitale per professionisti, imprese, istituzioni e società. Di recente i dati presentati al convegno “
Notte prima degli esami: Internet of Things alla prova di maturità” dicono che il mercato italiano della IoT nel 2023 ha sfiorato i 9 miliardi di euro (+9% rispetto all’anno precedente, il tasso di crescita più alto della media europea) con 140 milioni gli oggetti connessi nel nostro paese, circa 2,4 a persona.
In particolare, il comparto della Smart Home vale 810 milioni di euro (+5% rispetto al periodo precedente).
Smart Home: quali sono i prodotti più cercati?
Il 24% del comparto riguarda la
sicurezza (videocamere, sensori per porte/finestre e serrature connesse). Seguono gli elettrodomestici col 19%, il riscaldamento/climatizzazione col 18%, gli smart home speaker col 16%, le casse audio e l’illuminazione entrambe col 7%, le altre applicazioni col 9%.
In una ricerca realizzata sempre da Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano e dalla società di ricerche di mercato BVA Doxa, Il 92% dei consumatori intervistati si dice molto soddisfatto del livello di usabilità dell’App come interfaccia tra Smart Home e utente. L’81% afferma di utilizzare l’App una-due volte a settimana. Il 60% ogni giorno.
Infine, gli esperti degli Osservatori ritengono che se si considera la riduzione degli incentivi legati al Piano Transizione 4.0 e al Bonus Domotica in dirittura d’arrivo, il risultato di crescita del comparto dell’IoT è comunque particolarmente positivo. Valorizzazione dei dati raccolti dai dispositivi, integrazione tra IoT e Intelligenza Artificiale e focus sulla sostenibilità ambientale sono i tre driver che consentirebbero lo sviluppo di dispositivi sempre più intelligenti.